Acqua, terra, musica: vi racconto il progetto della Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina

Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina

Navigazione Po, credits per tutte le immagini in questo articolo: Mariangela Traficante Chelibromiporto.com

Cascine, ville, arte e musica. E poi un grande fiume. Giri per la Bassa Piacentina e ti rendi conto di quanto sarebbe bello e prezioso riuscire a valorizzare territori italiani come questi, fatti di tradizione, natura, Storia e storie.

E’ quello che ha deciso di fare la Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina, uno degli esempi virtuosi di quando in Italia pubblico e privato decidono di collaborare per il bene comune.
Il consorzio raccoglie infatti una ventina di soci, per lo più piccoli produttori enogastronomici, e sette Comuni. Insieme, hanno deciso di promuovere il territorio.
E oggi lo fanno anche grazie a Po’s TiAmo. Si tratta di un sito, www.postiamo.altervista.org ma soprattutto di una card turistica che serve ad offrire ai visitatori proposte ed esperienze, grazie ad offerte e sconti dedicati. Terra e tradizione, sapori, ambiente e natura, storia e cultura: il territorio viene declinato a 360 gradi e qualche settimana fa, nella mia giornata dedicata alla scoperta della provincia di Piacenza con #ohmyguide e #stradadelpo (avete letto il racconto del tour Castelli e Vino con Ohmyguide?), ho potuto osservarlo direttamente e farmi più di una domanda sulla bellezza di valorizzare angoli spesso nascosti d’Italia.

A cominciare da un “avamposto”: Officina di Carla. Ovvero, un locale e supermercato a km 0 a poche centinaia di metri dalla Via Emilia, porta d’ingresso ai sette comuni di Besenzone, Castelvetro Piacentino, Caorso, Cortemaggiore, Monticelli d’Ongina, San Pietro in Cerro e Villanova sull’Arda.
Qui sono raccolti i prodotti delle cascine locali e da qui si parte alla scoperta del territorio.

Strada del Po e dei sapori della Bassa Piacentina

Cascine nella Bassa Piacentina

Viaggi in macchina mentre dal finestrino scorrono istantanee della vita contadina che fu, casolari, campi, piccoli borghi. E non puoi non pensare a quanto sarebbe bello poter rivalorizzare questi luoghi che parlano. E poi arrivi all’acqua, quella di un fiume importante. Qui scorre il Po e fa avvicinare le province di Piacenza, Parma e Cremona.

 

 

 

 

Per me, nata e cresciuta al mare, l’effetto è straniante e la navigazione un po’ surreale. Scopro che, quando il fiume si ritira, anche qui ci sono le spiagge e spesso svelano piccoli grandi segreti. Ce lo racconta il capitano Stefano Barborini, rimasto tra i pochi a navigare sul Po con la sua compagnia fiumePO.eu (ed eccola, ancora, quella riflessione che non vuole andarsene: perchè non riusciamo a valorizzare appieno anche i nostri fiumi, per esempio, quando all’estero il turismo fluviale spesso prospera?): ci imbarchiamo presso l’area naturale di Isola Giarola e il capitano ci racconta che qui, spesso, conduce gruppi di americani che del Po hanno sentito parlare, spesso anche dai racconti di guerra dei loro vecchi. E sulla sabbia puoi scovarne di reperti storici, anche più antichi, come tegole romane e i resti di un’anfora come quello che troviamo noi.

Natura e storia qui si intrecciano e lo fanno ancora a pochi chilometri di distanza. A Sant’Agata di Villanova per la precisione. Qui infatti si trova quella che fu l’ultima villa abitata da Giuseppe Verdi, prima di trasferirsi al Grand Hotel et De Milan dove poi morì nel 1901. In questa Villa Verdi, inizialmente pensata per i genitori, il Maestro si trasferì insieme alla seconda moglie Giuseppina Strepponi: si narra infatti che lei non fosse vista di buon occhio a Busseto, luogo natale di Verdi nella vicina provincia di Parma.
Purtroppo non è possibile fotografare gli interni della villa, ma immaginateli così: con gli arredi originali dell’epoca, qualche curiosità da artista eccentrico (come il pappagallo di casa Verdi che qui “riposa”, impagliato”, documenti dell’epoca e una buona dose di quello che l’iconografia legata a Giuseppe Verdi ci fa venire in mente. Dal suo busto in bronzo a guanti bianchi e tuba da cerimonia, per esempio.

E anche il grande parco esterno della villa (che tra l’altro è ancora in parte abitata dalla famiglia di discendenti Carrara Verdi) racconta ancora di lui: dai viali che Giuseppe Verdi volle ricoperti di sabbia, in modo da non fare rumore passeggiando per lasciarsi ispirare solo dai suoni della natura (e come non farsi venire in mente le strade del centro di Milano che furono cosparse di paglia per non disturbare con gli zoccoli dei cavalli gli ultimi giorni del Maestro?) al cancello che si apriva sulle sue proprietà. Verdi infatti amava la campagna e investì molti suoi proventi nell’acquisto di terre del Piacentino.

Strada del Po e dei sapori della Bassa Piacentina

Strada del Po e dei sapori della Bassa Piacentina

Non vi sembra che Villa Verdi sia uno di quei piccoli grandi gioielli che meriterebbero più turismo? E se dopo aver passeggiato tra i suoi viali con lo spirito del Maestro vi capita di ritrovarvi nella grande corte di una cascina, ad ascoltare le arie più famose delle opere di Giuseppe Verdi, come è successo a me, la magia è completa.

E’ quello che è stato fatto con Verdi Pop, ovvero le sinfonie verdiane hanno fatto da colonna sonora agli orizzonti del Po che scorre lungo i campi coltivati, eseguite dalla Banda Giuseppe Verdi di Busseto e dalla Corale di Cortemaggiore nella cornice della Cascina Pizzavacca a Soarza. Qui sulla pagina Facebook della Strada del Po e dei Sapori della Bassa Piacentina potete sfogliare una gallery dedicata all’evento.

 

E ti rendi conto che la cultura è viva e fresca e basta portare il “teatro” in un’aia per valorizzare insieme i gioielli sfaccettati di un territorio.

Mariangela Traficante

Benvenuti! Se volete diventare turisti letterari e vi piacciono anche i libri di viaggio, eccomi qui. Sono Mariangela, giornalista e blogger, e abbiamo una passione in comune: viaggiare con un libro in mano, ma non solo! Vi racconto di luoghi di libri e di scrittori. Provo a consigliarvi cosa leggere prima di partire, e a lasciarvi ispirare da un libro di viaggio, da un racconto e, perché no, anche a scrivere il vostro!

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