Quasi sessant’anni di immagini, foto di Parigi rigorosamente in bianco e nero e nelle orecchie il motivetto alla fisarmonica che parte accendendo la nostra audioguida. Oggi non vi parlo di libri ma di immagini, quelle scattate da Robert Doisneau dal 1934 al 1991 e tutte dedicate alla Ville Lumiere. Una poesia per gli occhi. E’ arrivata infatti a Milano la mostra “Paris en liberté”, e fino al 5 maggio allo Spazio Oberdan avrete l’occasione di regalarvi un’ora o più di viaggio nel tempo attraverso la Parigi d’epoca.
Sono oltre 200 le fotografie in mostra (compreso il celebre bacio dell’Hotel de Ville), molte di loro ben documentate dall’audioguida. Nelle sue foto Doisneau non amava solo aspettare l’attimo perfetto, molto spesso lo andava a cercare, ma senza nulla togliere al fascino dell’immagine che davanti al suo obiettivo, non si sa come, sembra comunque fresca come se fosse stata appena catturata di nascosto.
“Strade senza carattere”
Così sono stati ritratti volti celebri delle arti e della letteratura francesi, che sfilano davanti ai nostri occhi sulle pareti delle sale: Marguerite Duras, Coco Chanel nel suo atelier, George Simenon davanti ad un anonimo uscio parigino, Juliette Greco con il suo cagnolino, Simon de Bevauvoir, Picasso nella sua maglia a righe, fino al narratore Raymond Queneau che, per non contraddire il suo spirito estroso (che potete ritrovare anche in un libro molto curioso che raccoglie le rubriche scritte dall’autore su L’Intransigeant e dedicate appunto alla Ville Lumiere), chiese a Robert Doisneau di essere ritratto “in una strada senza carattere”.
Bel mondo e demi-monde, per dirla alla francese, si alternano nella mostra di Robert Doisneau, dove più che attraverso le sue grandi attrazioni, Parigi si mostra nei suoi giardini e nei bistrot, nei lungo Senna e nei grandi mercati generali della periferia, ma mai da sola: protagoniste sono le persone, a cominciare dalla bella galleria di immagini che apre la mostra e dove sfilano le più svariate emozioni raccolte sui volti dei visitatori al Louvre, davanti alla Gioconda (negli anni ‘40 e ’50).
Se amate Parigi e le mostre fotografiche, non perdetevela. Se invece vi incuriosisce una Ville Lumiere più attuale e decisamente più sbarazzina, vi segnalo una raccolta di racconti scritta da un giovane italiano a Parigi. Poi mi direte quale preferite.
Che bella vita, macchina in spalla e a spasso per la città. Brava Mary!