Vi immaginate Milano con un Fuori Salone lungo sei mesi? Una città in festa e movimento ma stavolta il design non c’entra, c’entra il pianeta. Tra poco più di un anno si apriranno infatti i battenti di Expo 2015 e il tema, lo sapete, è importante: Nutrire il pianeta, energia per la vita, su questo si sfideranno gli oltre140 Paesi che affolleranno i padiglioni dal 1 maggio al 31 ottobre.
Ma si spera che l’onda lunga investirà anche la strade meneghine, con la bella idea di Expo in città. Che vuole essere una sorta di fuori salone, appunto. Con eventi anche culturali. Perchè quando Milano sarà sotto gli occhi del mondo, il cibo per il corpo potrà diventare anche cibo per la mente.
Perchè in questi ultimi anni ho scoperto un’energia nuova, a Milano, per chi ama i libri e la lettura. Ho ascoltato le arie delle donne di Giuseppe Verdi in un Tempio Valdese. Ho salvato un libro dal macero in una festa nella sala di un museo col ponte di un transatlantico. Ho ascoltato un’attrice dare voce a Irene Nemirovsky nella grande sala di arazzi e strumenti musicali di un castello… tutto ciò succedeva a Bookcity e se Bookcity ha dato la prova generale, sarebbe bello se anche l’Expo in città creasse eventi di cibo per la mente, in luoghi consueti, come le efficienti e attivissime biblioteche rionali, e le librerie, magari quelle che rischiano di chiudere, per dare loro un segnale tangibile e aiutarle a superare la crisi, ma anche luoghi storici, palazzi, cortili, e periferie o presunte tali.
Libri in luoghi poco usuali per loro, libri in giro per la città, libri raccontati passeggiando, libri messi in scena con il corpo e con la voce e, perchè no, libri assaporati insieme a una fetta di torta (perchè sembra che il binomio libreria-caffetteria sia ormai diventato un must a Milano, prova ne sono Open, il grande spazio con tavoloni di legno e wifi di porta Romana, Red, nella moderna piazza Gae Aulenti, e le nuove location di due librerie storiche, La libreria del mondo offeso in zona Sempione e Utopia, che ha portato in Città Studi il suo bagaglio di cultura). Come? Così.
A Milano i libri si rappresentano, con I Nomadi di Parole, il collettivo artistico che vi accoglie all’ora dell’aperitivo, in uno dei locali della movida milanese, ogni volta con un romanzo diverso di cui parlare e da mettere in scena insieme agli attori giovani, magari appena usciti dale scuole di teatro della città.
A Milano i libri si “srotolano” per strada, grazie ad appuntamenti come le Passeggiate d’autore: cosa sono? Tour urbani a piedi molto particolari, perchè ad accompagnarvi c’è uno scrittore, che vi porterà nei “suoi” luoghi, o in quelli dei suoi libri, per osservare la città con occhi diversi e carpirne qualche segreto (come l’albergo diurno in stile liberty che si celava dove ora c’è la metropolitana di Porta Venezia…).
E a Milano i libri raccontano la città contemporanea, anche quella di frontiera. Con storie come quelle della scrittrice Gabriella Kuruvilla e del suo “Milano, fin qui tutto bene”, che racconta la città multietnica di Via Paolo Sarpi, Viale Monza, Via Padova e Corvetto. E dei gialli, nati dalla penna di Massimo Cassani e di Gianni Biondillo, o davanti a un buon bicchiere di vino, come l’esperimento della Ligera, l’enoteca di via Padova che ha dato alle stampe L’ultimo bar a sinistra, una raccolta di racconti noir, ventuno, tanti quante sono le fermate del famoso autobus 56 che la percorre tutta.
Pare proprio che il poliziesco sia un genere privilegiato per raccontare la città, d’altronde Scerbanenco docet. E quale sarà la città che racconteremo al mondo nel 2015?
Milano, 23 febbraio 2014