Prendete un’enoteca molto originale, mettetela esattamente a metà di una lunga, lunghissima via (4 km circa) della periferia milanese, luogo privilegiato da cui osservare la sfilata della varia umanità del dopo giornata , corredatela di un sana voglia di esorcismo dai fattacci veri e presunti di cui gode fama la via suddetta, ed avrete una casa editrice.
Sì, succede, a Milano, il luogo è quella via Padova sbattuta troppe volte in prima pagina solo per allarmi sicurezza e cronaca nera, e l’enoteca è lo Spazio Ligera, civico 133, che è anche musica dal vivo, reading, eventi, aperta cinque e più anni fa da Riccardo Bernini e Federico Riccardo Chendi. Tutti e due con la passione per la letteratura e una sfida: aprire una casa editrice.
Ce l’ha raccontato ieri proprio Riccardo, in occasione di uno dei tantissimi incontri in programma per il Festival della Letteratura di Milano (che animerà la città fino a domenica) e come non condividere con voi un progetto davvero originale?
“L’idea era quella di festeggiare i primi cinque anni di vita di Ligera con una raccolta di cinque racconti, uno per autore”, ha spiegato Riccardo. Solo che poi la cosa ha avuto successo: sarà che la Ligera possiede avventori particolarmente portati per la scrittura, sarà che la gente, del quartiere e non, aveva voglia di raccontare la “sua” via Padova. Fatto sta che di storie ne sono arrivate tantissime. Tema richiesto: il genere noir, e come poteva essere altrimenti in una via come questa, fatta di frontiera, di personaggi nascosti, di storie (o pregiudizi?) spesso al limite tra legale e illecito?
Il risultato è stato L’ultimo bar a sinistra, un libro “di viaggio”, senza lasciare Milano: ventuno racconti, tanti quante sono le fermate dell’autobus 56 che – forse i milanesi lo sapranno – è la linea che Via Padova la percorre tutta, da piazzale Loreto (verso il centro) alla tangenziale Est (verso fuori città). “Un giro del mondo in mezz’ora”, dice Riccardo, ed io che non vivo molto lontano da lì lo posso confermare, è vero. Perchè Via Padova è decisamente una delle più multietniche di Milano. E infatti il prossimo progetto di Ligera è proprio quello di raccogliere racconti scritti da autori non italiani, un melting pot magari di seconde e terze generazioni.
Intanto, per quelli de L’Ultimo bar a sinistra Via Padova invece è soprattutto notte. “Tutti gli autori hanno scelto di ambientare così i racconti. Ed è una via Padova quasi autobiografica”. I paletti sono fatti per essere superati ed alla fine non è che tutti i racconti rispettino pedissequamente i dettami del noir. C’è anche il pulp, il grottesco, c’è la Milano del passato ma pure quella futurista e futuribile del 2113.
Una cosa è certa: la Milano noir piace, non si spiegherebbe altrimenti il revival del genere che da un po’ anima incontri e presentazioni meneghini. In principio fu il poliziesco anni ’70: di questo e dei suoi emuli moderni si è parlato anche in un altro evento di ieri al Festival della Letteratura, e qui ne potete leggere qualcosa.
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