Appuntamento a novembre. Se c’è un motivo che mi fa già pensare al prossimo grigio autunno milanese mentre fuori splende un sole di febbraio che promette primavera non è l’amore per i climi freddi (che non mi compete per nulla..). Penso a novembre perchè proprio ieri a Milano è stata presentata la prossima edizione di Book City 2013, dal 21 al 24 novembre, l’evento dell’editoria (un po’ festa, un po’ festival, un po’ rassegna) la cui edizione zero l’anno scorso era arrivata quasi di sorpresa ad animare un long weekend novembrino.
Quasi di sorpresa perchè, vuoi i timori per il debutto, vuoi difficoltà organizzative, se ne era scoperta l’esistenza solo pochissimo tempo prima. Quanto meno, tra i non addetti ai lavori.
Ma ciò non ha impedito il successo di pubblico: tanta, tantissima la gente in giro per Milano, code per assistere agli eventi, movimento. Non senza qualche pecca che però è normale per un’opera prima. Come, ad esempio, la carenza di schermi e display che permettessero la visione dell’autore di turno anche a chi fosse rimasto fuori dalla sala, nel caso di appuntamenti dove la forte affluenza era prevedibile. Oppure la difficoltà di accedere alla biblioteca, al primo piano del Castello Sforzesco, dov’erano in mostra i piccoli editori, perchè lì si svolgevano anche alcuni degli incontri e la sala era sempre piena. E non cito questi esempi a caso, ma perchè chi scrive li ha testati (purtroppo!) in prima persona.
Ma, appunto, si trattava di una (grande) prova generale. E infatti stavolta si parte molto più anticipo. Ieri la prima presentazione ufficiale, con tanto di slide su punti chiave, bilanci 2012 e idee 2013, messe a disposizione di tutti sul sito di BookCity (decisione molto apprezzata).
Ovviamente, è ancora presto per il programma. Ma ci sono alcuni spunti molto promettenti. Come l’idea della “Via dei libri” o della lettura, un lungo fil rouge che unirà il Castello Sforzesco alla Rotonda della Besana, attraversando il centro di Milano (e passando per Via Dante, il Piccolo Teatro Grassi, Via Mercanti, Palazzo Reale, Ca’ Granda, Biblioteca Sormani, Tribunale).
E poi ci piace l’attenzione ai luoghi insoliti per la lettura, pasticcerie, metropolitana, persino supermercati.
Ma l’elemento che più mi aveva sorpreso di Book City 2012 era stata la vastissima, e decisamente eterogenea, rosa dei generi e delle tematiche. Non senza qualche perplessità: come trovare – mi ero chiesta – un filo conduttore? Non si rischiava di finire col parlare di tutto e niente? Alla fine credo di essere stata smentita dai fatti, resta però il cruccio di aver perso alcuni incontri molto interessanti solo perchè in contemporanea tra loro. E quindi dal mio piccolo mi sento di lanciare qualche suggerimento agli organizzatori: una sfoltita al ricco calendario (anche piccola) per goderne di più e meglio, anche perchè Milano non è Mantova (giusto per citare il Festivaletteratura), la città è dispersiva.
Quanto agli argomenti, anche quest’anno promettono di accontentare tutti i palati, dalla A di alimentazione alla T di televisione. Manca però una V che mi sta a cuore, quella dei Viaggi. E allora lancio questo sassolino: perchè non pensare anche alla narrativa di viaggio? Avreste la mia gratitudine, e credo anche quella di molti altri appassionati!