“Una pistola in bocca è una pistola in bocca. E’ un fatto, non un concetto. C’è poco da dire, con una pistola in bocca”
Benvenuti nella Milano noir. Questo è l’incipit del romanzo che vi accompagna oggi in #MilanoDaLeggere e rende molto bene l’idea dell’atmosfera metropolitana in cui ci stiamo addentrando vero?
D’altronde, il noir e il giallo sono sempre stati generi fortunati nella Milano letteraria. Quasi che ci fosse qualcosa, nell’aria come nelle sue strade, ad ispirare il poliziesco, o forse è semplicemente l’eco della sua storia, della sua “mala”, ad essere ancora così vivo e passare sulla pagina. Di nuovi romanzi gialli ambientati a Milano (e polizieschi, e noir) ne sono fioriti tanti negli ultimi anni, e ve li racconterò anche qui.
Quello di oggi l’ho scelto perchè mi ricorda il mio quartiere. Il suo autore, Massimo Cassani, qualche anno fa aveva partecipato alle Passeggiate d’autore. Il suo itinerario? Parco Trotter e dintorni. Praticamente a dieci minuti da casa mia. Ahimè non ero riuscita a partecipare quel giorno, ma la curiosità mi era rimasta. Così ho letto Sottotraccia (Sironi Editore).
Protagonista: il commissario Sandro Micuzzi, di base alla Questura di Milano, e come nelle migliori tradizioni dei commissari “di carta” con una vita privata complicata (la moglie lo ha mollato), poche velleità d’eroe e una buona dose di passioni per i piaceri della vita (che nel suo caso si chiamano grappa Nardini e fumo di toscanelli).
“Lasciarono la macchina davanti al dopolavoro ferroviario e si avviarono a piedi. Lariccia avrebbe dovuto tenersi a distanza mentre Micuzzi sarebbe andato avanti e sarebbe salito sul ponte sopra la ferrovia. Quelli erano gli accordi (vai alla geolocalizzazione su Cityteller)
Uno dei luoghi chiave del romanzo è il ponte dell’Ortica, ma in realtà la storia ci porta molto in giro per Milano, la Milano bene e quella “mala”, quella del centro borghese e quella di trattorie alla buona.
“Appena entrato all’Albero Fiorito, una nube di vapore gli appannò gli occhiali. Cercò con lo sguardo un posto vicino al calorifero. Il freddo di quel novembre stranamente rabbioso gli filtrava fin dentro le ossa. Erano anni che non ricordava un freddo così, da quando era bambino e Milano era Milano e la nebbia era nebbia” (vai alla geolocalizzazione su Cityteller)
Ci pensano già gli omicidi che si susseguono nelle vicende (opera di un killer seriale?) a portarci su diversi luoghi del delitto: il Naviglio e Via Porpora, il Cimitero Maggiore e via Leoncavallo.
“Per ammazzare il tempo, Micuzzi andò fino ai giardini pubblici di Via Palestro. Anzi: i giardini Indro Montanelli, anche se nessuno, a Milano, era mai riuscito a farsi entrare in testa quel nuovo nome. Quelli per tutti erano e continuavano a essere i giardini di Via Palestro. Punto e a capo” (vai alla geolocalizzazione su Cityteller)
E poi se ne occupano anche i tanti personaggi che si incrociano con Micuzzi ad accompagnarci in giro per la città. Una città che non concede nulla o quasi ad uno sguardo affezionato! Io ve lo dico subito, non cercate immagini da cartolina in Sottotraccia, non ce ne sono. E’ una Milano a tinte fosche, stridente, “indigesta”, con la quale i protagonisti fanno fatica a mostrare indulgenza. Ma è una Milano dalle mille sfaccettature: da corso Venezia, con i suoi salotti borghesi ed il prestigioso Circolo della Stampa, alla Stazione Centrale ed al canto dei clochard che la abitano di notte. Dalla frenesia consumistica di Corso Buenos Aires alla privacy delle ville bene di zona San Siro (che magari però nascondono i loro segreti).
Forse anche tra di voi c’è chi con Milano nutre un rapporto contrastato, io però una buona notizia ve la voglio dare: la città sa essere anche decisamente solare!