Ormai lo sapete, qui mi piace parlarvi di viaggi sulla scia dei libri, ma non solo. Diciamo piuttosto che amo scoprire e far conoscere chi ama raccontare un luogo con le parole (e le immagini) e per farlo usa un romanzo, ma anche una foto o un’app. E infatti oggi non vi parlo di un libro, ma di un progetto che ha deciso di sfruttare le armi del digitale per fare del turismo molto particolare, per raccontare i luoghi d’Italia cambiando punto di vista. L’ho conosciuto per lavoro ed ho subito pensato che avrebbero dovuto trovare posto anche qui su Che Libro Mi Porto.
Si chiama Destinazione Umana ed è il progetto della startup ViviSostenibile.net che vuole raccontare una nuova concezione del viaggio: basato non più sul “dove” vuoi andare, ma sul “chi” vuoi conoscere. Che poi, in fondo, è quello che i veri viaggiatori amano fare da sempre: non è forse una delle esperienze più appaganti di un viaggio quella di conoscere chi un luogo lo vive sul serio?
Il 26 giugno scorso c’era stato il primo appuntamento, a Bologna, per lanciare il portale e raccogliere le prime storie da far entrare in questa che vuole diventare una nuova mappa turistica del territorio, che lo racconti attraverso le storie di chi lo abita. Come è andata me lo sono fatto raccontare da Silvia Salmeri, co-founder di Vivisostenibile.net.
“Fin dall’inizio Destinazione Umana ha voluto coinvolgere i protagonisti – viaggiatori e ospiti – per fare in modo che questa rete nasca nella maniera più sincera e spontanea possibile attraverso un contest dal titolo più che eloquente: ‘Chi sarà la tua prossima meta?’: dà la possibilità ad ognuno di segnalare quella che secondo lui è una Destinazione Umana; condiviso, perché non solo le mete, ma anche gli strumenti per raggiungerle sono a disposizione di tutti, grazie all’utilizzo della piattaforma opensource Openstreetmap. I lavori sono quindi iniziati.
Ci rivedremo a settembre per decretare il vincitore del contest e per cominciare la seconda fase di lavori, che vedrà la prototipazione di un servizio turistico a supporto di Destinazione Umana”.
Qui è possibile leggere il resoconto completo della giornata.
Quali sono le esperienze principali che sono state segnalate da chi ha partecipato?
“Non vogliamo citarne una in particolare perché ciascuna è interessante e valida quanto le altre. È però significativo sottolineare che le segnalazioni sono state quanto mai eterogenee riguardo alla tipologia di esperienza: non solo ospitalità ma ogni genere di attività capace di valorizzare, far conoscere e far crescere il territorio e avere un impatto positivo su di esso. È un’indicazione importante anche per noi e ci rammenta che è necessario costruire una rete i cui nodi non si sovrappongano ma si integrino: diversi ambiti che concorrono a creare un’attrattiva a 360 gradi”.
Che tipo di interlocutori vi sono sembrati maggiormente interessati a Destinazione Umana?
“Sono arrivate molte autocandidature di host che hanno da subito sposato la filosofia del progetto, ma anche singoli che desiderano segnalare quella storia che gli è rimasta nel cuore e che vogliono diffondere. In genere si tratta di donne (sarà un caso?!), spesso particolarmente sensibili anche a tematiche quali rispetto della natura e del turismo responsabile, nel senso più ampio del termine“.
Intanto, insieme al lancio della versione inglese del portale, a luglio Silvia e gli altri fondatori sono volati nella patria delle nuove tecnologie, la Silicon Valley, perché il loro progetto è stato selezionato per partecipare ad un corso di alta formazione nella terra delle start-up. “Sarà un inverno molto caldo! L’idea è di radicarci in tutte le regioni d’Italia, ma anche di replicare il network all’estero”.
Il manifesto, i primi racconti, il blog, li trovate tutti sul sito di Destinazione Umana, e naturalmente sui social media, Facebook, Twitter e Youtube in primis.
Social che sono fondamentali: “Si tratta di un progetto che crescerà solo se tanti decideranno di prendervi parte, disegnando insieme a noi una mappa di storie che meritano di essere visitate e conosciute. Spesso, infatti, le Destinazioni Umane sono nascoste nelle periferie, lontane dalle luci della ribalta e dai luoghi frequentati dalle masse. Nella creazione di questa community, i social svolgono ovviamente un ruolo fondamentale sia per far conoscere il progetto che per contribuire a creare il senso di appartenenza che fa da collante alla community stessa”.