Se è vero che sulla produzione di Masterpiece si sono riversati qualcosa come 5mila manoscritti, allora è ufficiale: forse in (quasi) ognuno di noi alberga uno scrittore, più o meno consapevole. Se poi ogni giorno il viaggio che devi affrontare ti offre davanti agli occhi la varietà della commedia umana così, gratuitamente, a disposizione per far volare la tua immaginazione, allora di materiale per scrivere ce n’è, se solo alzi gli occhi dallo smartphone (se invece stai leggendo va bene così, alzali anche un po’ meno che ci piace!). E allora perchè non raccontarle queste storie? C’è chi ha deciso di farlo: ricordate il Pendolibro? Qualche mese fa era nata l’idea di un ebook open per raccogliere i racconti dei pendolari italiani. Ed oggi l’ebook è diventato realtà.
Lo trovate sul sito di Libreriamo, il social magazine che ha lanciato l’iniziativa. Le storie, tante, sono arrivate e ne sono state scelte quaranta, storie che hanno per scenografia i treni ed a volte anche gli autobus ed il metro’. Come racconta lo scrittore Paolo di Paolo (finalista al Premio Strega 2013 con “Mandami tanta vita”), a cui è stata affidata la prefazione e che, giustamente, ricorda i fasti di un viaggiare in treno che oggi non c’è più e di un fascino della rotaia che i pendolari di oggi, vessati da ritardi, disagi, sovraffollamento, non vedono di certo.
O forse ancora un po’ sì, se qualcuno di loro ha realizzato che di quei viaggi aveva qualcosa da scrivere. E così ecco le storie dei pendolari, alcune sono proprio frammenti, un paio di pagine, addirittura poche righe, ciascuna con la sua sensibilità ed il suo grado di esasperazione ed ironia per quegli spostamenti quotidiani fatti di attese, incontri, treni presi al volo, biglietti da timbrare, scioperi da dribblare, pensieri assonnati (c’è perfino la voce di una gatta).
In fondo si tratta di un universo condiviso, e finalmente la voce dei pendolari (che poi, a chiamarli così, sembrano delle astrazioni, ma i pendolari siamo un po’ tutti no,i che ogni giorno un mezzo per andare al lavoro o a studiare lo dobbiamo prendere) riesce a farsi sentire non solo in occasione delle proteste (sacrosante) per un servizio migliore, ma anche per raccontare qualcosa di sè, e del proprio mondo quotidiano.
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