Il libro lo cerchi online. Ma poi lo vai a comprare nella tua libreria di quartiere. Oppure scegli di fartelo consegnare rigorosamente in bicicletta. Comodità del web ma mescolata alla stretta di mano, ai rapporti “reali”, e con un pizzico di ecosostenibilità e km zero, per ora nelle librerie a Milano. Di cosa sto parlando? Di Tribook, ovvero “la tribù che legge”. Una startup che, come nella migliore “tradizione” di questi tempi scanditi dai social, ho incontrato prima su Twitter e poi, felicemente, dal vivo! Michela Gualtieri e Brian Suarez, le due anime di Tribook, erano infatti all’ultima edizione del Salone del Libro di Torino, a rappresentare insieme ad altri progetti innovativi l’area Book to the Future. Tribook per ora è attivo a Milano e mette in rete le librerie indipendenti e i libri di carta. Perchè lanciare un progetto innovativo non vuol dire per forza fare tutto digitale, anzi: sono convinta che la strada sia proprio quella dell’integrazione, lavorare sull’enorme potenziale del tecnologico per raccontare e proporre il territorio – quello reale – in modo originale ed efficace.
Intanto potete provare Tribook: come? C’è una piattaforma online, per ora appunto in versione Beta (a proposito, potete lasciare la vostra email per essere avvisati quando ci sarà il lancio online ufficiale). Si apre la mappa di Milano e potete inserire il nome del libro che state cercando. A me per esempio è venuta voglia di cercare Il paese dei Coppoloni, l’ultimo libro di Vinicio Capossela che sarei curiosa di leggere! Clicco, e scopro di poterlo acquistare in tre delle librerie a Milano al momento in rete.
A questo punto poi mi registro e posso decidere se andarlo a prendere in libreria o farmelo consegnare in bici (a cura di Milan Bike).
Al momento le librerie a Milano mappate sono sei ma mi auguro che il progetto si possa espandere presto. Anche perchè l’obiettivo di Tribook è anche quello di farceli incontrare davvero, i librai. Online, con i loro consigli di lettura, e faccia a faccia, agli eventi in libreria segnalati sul sito.
E quindi mi piace pensare che tra le “nuove” mappe di Milano, quelle che disegnano la città che non ti aspetteresti (ma che c’è ed è anche vivace) ci sia un giorno anche quella delle librerie indipendenti, di quartiere, specializzare, che fanno rete. Pitstop culturali da andare a trovare così come si fa per i monumenti e i locali da non perdere.