A Parigi sì, ma quella della Belle Époque

Avete visto Parigi a colori a inizio secolo? Quella manciata di foto pubblicate dal sito francese Retronaut e riprese anche sul web italiano arrivano dall’Albert Kahn Musee et Jardin. Nel 1909 il milionario finanziò una missione singolare che permise di raccogliere, in quello e negli anni a venire, da 60 Paesi del mondo (soprattutto da Europa ed Asia), qualcosa come 72mila foto a colori. O meglio, autocromes, immagini a colori su lastre di vetro. Ritratti, scene di vita quotidiana, architettura. Compresa, ovviamente, la Ville Lumiere, con 7.800 immagini raccolte tra il 1910 ed il 1940.

Oltre al piacere di scoprire l’esistenza di un tale museo scrigno delle meraviglie, osservare queste immagini mi ha fatto subito pensare ad una serie di romanzi parigini, ambientati in realtà almeno un paio di decenni prima rispetto a quegli scatti, ma che ne ricordano buona parte dell’atmosfera. Sono i romanzi – gialli ma “per tutti” – di Claude Izner, un concentrato della Parigi Belle Epoque, della sua toponomastica, della sua fervida produzione letteraria, della sua vita quotidiana.

Un detective “per caso”

Claude Izner è in realta lo pseudonimo di due sorelle, Liliane Korb e Laurence Lefèvre, appassionate di romanzi gialli ma soprattutto bouquiniste, una sulla Rive Droite e l’altra sulla Rive Gauche. Ed hanno dato vita ad un’ennesima figura di detective “per caso”, il libraio Victor Legris, socio al 50% della libreria Elzèvir in rue des Saints Peres, non lontano da Saint Germain des Pres.

Da qui, fulcro delle storie, partono e tornano Victor e la sua fidanzata, la pittrice russa Taša, l’imbronciato e sognatore garzone Joseph, Kenji, il socio giapponese e charmant, e tutta una serie di personaggi minori, alcuni quasi delle macchiette, anzi, va detto che a volte anche gli stessi protagonisti rischiano di varcare questo limite e di assumere tratti caricaturali.

Note, note, note

Avviso ai cultori del del giallo: non aprite le pagine di Claude Izner trepidando per intrecci sofisticati. I misteri sono ben orchestrati e raccontati, ma non hanno questa pretesa. Servono però a fornire un bel trampolino di lancio per mostrarci uno spaccato di certa vita parigina al voltare del secolo, perché per crearli le autrici introducono personaggi e mestieri del tempo, luoghi, mode in voga (come quelle dell’esotismo e dell’esoterismo ad esempio). Con un discreto corredo di note a pie’ pagina. E mi piace pensare che tanti dettagli, ma anche e soprattutto citazioni di scrittori e libri dell’epoca (e ce ne sono tantissime disseminate nei libri, quasi una rassegna di letteratura francese dell’800 (compresa quella rosa) vissuta all’ombra dei grandi classici che tutti conosciamo, arrivino direttamente dagli scaffali delle autrici.

Claude Izner

Parigi è protagonista in lungo e in largo perché i delitti e le sparizioni portano Victor a peregrinare ovunque, dai quartieri bene alle periferie, dal cimitero di Pere Lachaise ai mattatoi. Il fatto poi di avere una fidanzata pittrice giustifica incursioni nel mondo bohemien di Montmartre, con qualche cameo illustre come Henri deToulouseLautrec o Anatole France.

A questo proposito, meglio iniziare la lettura dalla ricca postfazione. Ogni romanzo ne ha una che di fatto tratteggia il contesto storico, sociale, anche politico in cui si svolge la storia. Ovviamente senza la pretesa del rigore storiografico di un saggio.

Ecco i titoli: Il mistero di Rue des Saints Pères, La donna del Père-Lachaise, Il delitto di Montmartre, L’assassino del Marais, Il rilegatore di Batignolles, Il talismano della Villette.

 

Dunque. Se siete giallisti e appassionati del vero noir: leggeteli con un sorriso, e non paragonateli ad Agatha Christie o Edgar Allan Poe!

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Mariangela Traficante

Benvenuti! Se volete diventare turisti letterari e vi piacciono anche i libri di viaggio, eccomi qui. Sono Mariangela, giornalista e blogger, e abbiamo una passione in comune: viaggiare con un libro in mano, ma non solo! Vi racconto di luoghi di libri e di scrittori. Provo a consigliarvi cosa leggere prima di partire, e a lasciarvi ispirare da un libro di viaggio, da un racconto e, perché no, anche a scrivere il vostro!

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