Cosa amano leggere i travel blogger prima (e perchè no, durante) un viaggio? E si affidano ancora alle care classiche guide o preferiscono l’assoluto fai-da-te, e il passaparola (magari) elettronico? Ne abbiamo parlato qualche post fa con Cristiano e oggi torniamo con il secondo di questi incontri. Vi presento Andrea Bicini, anche se lui travel blogger non si ritiene, piuttosto un “emigrato, orgoglioso di esserlo“. Perché Andrea vive e lavora (per Agoda) a Bangkok, e quello che racconta nel suo blog è “vita quotidiana in un luogo inusuale“. “Banale” la definisce lui, io non sarei tanto d’accordo e credo che in tanti mi appoggerebbero. Per farvene un’idea, oltre a trovare Andrea qua e là sul web, andate a leggerlo sul suo blog, Andrea in Thailandia.
Noi intanto cominciamo:
Quanto contano i libri di viaggio (non le guide in senso stretto) per te nella preparazione di un viaggio?
“Quello che era ieri non è oggi. Dicendo questo intendo semplicemente dire che oggi le mete sono meno ricercate. Prima di trasferirmi in Thailandia erano spesso i romanzi, anche non direttamente legati ad un viaggio, a farmi mettere la crocetta sulla mappa stabilendo la meta del viaggio successivo. Mi ricordo benissimo che nella mia fase Dan Brown, finito di leggere “Angeli e Demoni”, organizzai con gli amici romani una passeggiata per la capitale ripercorrendo le tappe che, qualche anno dopo, sono state prima ripercorse con il film e poi anche da alcuni tour organizzati. Oggi i libri accompagnano spesso il viaggio ma come veri e propri compagni e non come fonte d’ispirazione.
Vivendo in Asia spesso i miei spostamenti sono in bus, lenti e lunghi, per cui avere un buon libro è sempre il modo migliore per far passare il tempo più rapidamente. Sfortunatamente non è facile reperire libri in italiano e leggere in inglese è spesso stancante.
Per quanto riguarda le guide in senso stretto, devo dire che non sono mai stato uno che prima di partire sentiva la necessità di comprare quella più aggiornata e completa, dove ci fosse scritto tutto perché ho imparato con il tempo che alla fine, comunque, non l’avrei letta. La guida è per me un compendio per tutto quello che non posso sperimentare di persona – la sezione ristoranti la abolirei!”
Quindi se devi prepararti ad un viaggio, meglio le guide “tradizionali” o App e simili?
“Sono un cellulare-dipendente, connesso a internet se possibile. Ricorro spessissimo alle mappe di google per capire dove sono e come raggiungere un posto. Mi sono anche lasciato trasportare da Foursquare per organizzare in modo divertente alcuni viaggi. Ho diverse applicazioni davvero ben realizzate e dico che alcune guide disponibili su mobile sono fatte veramente bene ma non mi privo del cartaceo!
Prima di partire leggo soprattutto del passato del paese perché credo che per capire il presente (e quindi quello che vedrò), sia in termini di persone che luoghi e monumenti, si debba conoscere da che cosa originano”.
Andiamo sul “difficile”: quali sono i tre libri di viaggio più belli che hai letto che consiglieresti e perché?
“Così di getto? Allora, cominciamo. Sotto il sole della Toscana (Under the Tuscan sun) di Frances Mayes, la mia prima lettura “impegnata” in inglese con la quale ho avuto modo di capire come vedono l’Italia gli stranieri, quelli che arrivano in vacanza e passano le giornate nei paesini medievali della mia Umbria (sorella maltrattata della più popolare Toscana) a bere vino rosso in estate e a scoprire che Alfredo è un nome per persone e non una salsa per gli spaghetti. Vorrei un giorno poter descrivere con la stessa abilità i sapori, i colori e i profumi dei luoghi che visito.
Poi c’è James Joyce, “The Portrait of the Artist as a Young Man“, letto solo di recente per rinfrescarmi la memoria su un’altra mia grande passione, l’Irlanda e i suoi abitanti.
La fine è il mio inizio di Tiziano Terzani. Vivendo qui in Thailandia non posso non nominarlo ma, a rischio di risultare impopolare, confesso di non amare moltissimo Terzani, anzi… Se ne apprezzo la validità dei contenuti, credo che avesse un punto di osservazione privilegiato e il suo entrare in contatto con le persone fosse mediato dai privilegi che qui in Asia il suo “essere Terzani” gli consentiva. Questo libro, La fine è mio inizio, l’ho letto il mese prima di fare la valigia per la Thailandia, me lo consigliò un’amica, e devo dire che il suo mettersi a nudo e analizzare il perché trascorse la vita viaggiando e perché si innamorò dell’Asia, rese la mia partenza meno difficile”.
Librerie di viaggio in giro per il mondo: quali sono quelle che ti hanno colpito o incuriosito di più?
A Perugia, La Libreria di Via Oberdan. Si chiamava proprio così. Non so neppure se esista più sinceramente. Realizzata in un edificio molto bello, fu la prima libreria davvero grande e fornita di Perugia.
E c’è un indirizzo imperdibile in Thailandia?
A Siem Reap, le bancarelle e i venditori ambulanti con le copie perfette (o quasi) delle guide della Lonely Planet. So che la “pirateria” non deve essere incoraggiata ma mi consolai dicendomi che non facevo del male ad una multinazionale dell’editoria, stavo aiutando un disgraziato del posto a comprarsi la cena. A Bangkok invece segnalo Kinokuniya, soprattutto quella al 3° piano Centro Commerciale Paragon – aperta dalle 10 alle 22 con la sezione dedicata alla Thailandia davvero bellissima sia per le foto che per la cucina che per le guide “curiose”. Ampia tutta la sezione viaggi.
Quale sarà il tuo prossimo viaggio? Sai già con quale libro partirai?
“Sono appena tornato da mietere il riso – perché viaggiare non è solo vedere posti belli ma è per me oggi fare esperienza della vita semplice della gente che vive nei luoghi che visito. Il prossimo viaggio però sarà di relax assoluto. Mare, Koh Lanta e isole limitrofe sul Mar delle Andamane. Un viaggio in famiglia, per passare le festività natalizie con i miei genitori che non vedo da tanto. Non so se avrò tempo di leggere ma ho chiesto loro di portarmi Il Prigioniero del Cielo, ultimo libro di una trilogia magistralmente (secondo il mio modesto parere) scritta da Carlos Ruiz Zafon“.
One Comment