Oltre un miliardo di turisti in un anno, che insieme fanno circa il 10% del Pil, e contribuiscono, in modo diretto o indiretto, a creare un posto di lavoro ogni undici del mondo. E’ la fotografia del turismo mondiale.
O meglio, fin qui sono i numeri. Perché dietro i numeri ci sono le persone, i volti. Ci sono le storie di vita.
Mi è piaciuta da subito questa iniziativa dell’Unwto, ovvero l’Organizzazione mondiale del turismo. Raccontare le storie di chi ce l’ha fatta. Farci incontrare uomini e donne che magari con il turismo si sono riscattati da una vita difficile, o semplicemente hanno trovato la loro, di vita, hanno portato in contatto un pezzettino del loro mondo con quello di chi, viaggiando, li ha incontrati. Perché cos’altro è, il viaggio, se non incontro e scoperta? E non lo è forse meglio lontani dai grandi tour preconfezionati e dai villaggi turistici?
Tourism Stories è il nome di questo progetto di cui vi parlo oggi. Anzi, in realtà ve ne avevo già parlato, un paio di anni fa, con l’uscita della prima pubblicazione dedicata alle storie di chi col turismo ha trovato la sua via. Si chiamava How Tourism enriched my life. Ma il progetto è andato avanti, e di libro ne è nato un secondo, che raccoglie 28 storie in giro per il mondo: “My story, My Community, Our future”.
La cosa bella è che li trovate entrambi, gratuitamente, sul sito dell’Unwto, per esempio a questo link potete scaricare il volume di cui vi parlo oggi. E io vi consiglio davvero di farlo perché è bello “ascoltare” in prima persona queste esperienze spesso così diverse una dall’altra.
C’è Rusaila Derat che a Jerico porta avanti, insieme ad altre donne, un progetto per la realizzazione di gioielli e altri oggetti con la tecnica tradizionale del mosaico. C’è Khaled Al Took, in Arabia Saudita, che riporta in vita la tradizione con i tour a dorso di cammello sulle tracce delle antiche carovane di mercanti. C’è Landing Jatta, che in Gambia faceva il cacciatore di tartarughe e che poi, resosi conto del terribile danno che attività come la sua provocavano all’ecosistema, le tartarughe ha deciso di salvarle, e ora lavora al Sandale Eco Retreat come guida.
Ci sono le storie del turismo di comunità, quelle che portano i viaggiatori nelle case della popolazione locale. Ci sono i piccoli artigiani. Ci sono naturalmente le donne, che spesso in progetti come questi, dall’ospitalità alle abilità manuali della tradizione, trovano una utile fonte di guadagno per la famiglia e un modo per emanciparsi. Naturalmente ci sono anche “semplici” storie di chi, col turismo, ha avuto una piccola grande intuizione fattasi mestiere.
E c’è anche una storia italiana. Quella di Pasquale Ricchiuti, 34 anni, che quando ne aveva 26 ha avuto l’idea di portare i risciò in Puglia, per promuovere una forma di trasporto turistico sostenibile e slow.
“Succede qualcosa di incredibile quando porti la gente a rallentare, osservare, ascoltare e sentire. E quale modo migliore di farlo se non su una bicicletta”.
Potete leggere anche la sua storia, insieme alle altre 27. E chissa’ che non incontriare qualcuno di questi personaggi, in uno dei vostri prossimi viaggi.
Ma che meraviglia!!! Concordo sulle cose bellissime che accadono quando si comincia a respirare, andare piano e guardarsi attorno!