Diciamo la verità: sono stati e sono tempi difficili, ma in questi mesi ci sono comunque state delle cose positive che voglio salvare e portare con me, e spero che sia così anche per voi. Una di queste ha a che fare col tempo che inevitabilmente abbiamo trascorso di più online. Perché sì, da una parte non ne possiamo davvero più di vederci attraverso uno schermo. Dall’altra però la full immersion virtuale ci ha permesso anche di incontrare volti, persone, luoghi ed esperienze a distanza che invece magari non avremmo visto!
A me è successo navigando i social, e tra le scoperte virtuali fatte ci sono quelle con librerie che non conoscevo. Le belle librerie indipendenti sparse per l’Italia che si sono rimboccate le maniche e che vanno avanti nonostante tutto. E sapere cosa ho scoperto? Che ci sono quelle che amano viaggiare con i libri quanto me!
Il mio augurio è di poter andare a visitarle di persona al più presto, ma intanto ve le presento qui. Perché chi meglio di loro può darci i consigli giusti per cominciare a partire leggendo? E così oggi ospito Martina, la libraia di On the road a Firenze: una “libreria di viaggi” che ospita narrativa di viaggio, cartine, guide turistiche, planisferi, dedicata ai viaggiatori ma anche a chi vuole partire con l’immaginazione. E ha appena festeggiato i sette anni. La trovate, appunto, a Firenze, ma può raggiungervi anche a casa perché invia ordini in tutta Italia.
Le ho chiesto di consigliarci tre libri da leggere per viaggiare già da casa. E allora quali consigli di lettura ci ha preparato Martina? Eccoli qui, mettiamoci comodi, magari con una bella tazza di thé o caffè in mano, e prepariamoci al prossimo viaggio, buona lettura!
“Il grande Marinaio”, Catherine Poulain (Beat Edizioni)
Una giovane donna francese, realizzando di essere infelice, lascia compagno, lavoro, paese e tutto quello che si aspettavano da lei (gli altri, se stessa, la società..?), per inseguire il suo desiderio di imbarcarsi su un peschereccio nei mari del nord per diventare pescatore, un mestiere rigorosamente e “necessariamente” maschile. Così inizia il viaggio di Lil, fuori e dentro di sé, nei gelidi mari dell’Alaska, alla ricerca di una vita nomade e libera, fuori dagli schemi imposti. Una prosa, asciutta, ruvida, priva di sentimentalismi, che rispecchia la condizione di esistenza/resistenza dei personaggi. Un romanzo d’avventura, autobiografico, magnifico.
“Una Colombia”, Alberto Bile (Polaris)
Una di mille Colombie, quella che racconta lo scrittore, dopo anni di studi e di mesi trascorsi nel paese più a nord del Sud America, scremandola dagli immaginari da cartolina ma anche dagli scenari terrorizzanti che la etichettano solo come un Paese di narcotrafficanti ed assassini. Bile con delicatezza e spirito da vero viaggiatore, si mescola tra la gente di strada e ci porta per mano a perderci nelle parole e nelle storie dei “cuenteros de la calle” i racconta storie di Bogotà, a ballare la “Champeta” con l’altra faccia di Cartagena, ci fa sentire addosso il sole duro della Guajira e la pioggerellina fitta dei paesi andini fuori dalle rotte turistiche… e, lasciandosi cullare da uno stile asciutto e ben calibrato, alla fine del libro avrete sulle labbra il sapore di un Paese di splendore e miseria e di innegabili bellezze.
“Indian Creek”, Pete Fromm (Keller)
Alla fine degli anni ’70, uno studente di biologia ventenne accetta di trascorrere 7 mesi in totale isolamento nelle Montagne Rocciose, lavorando come guardiano responsabile di 2 milioni e mezzo di uova di salmone collocate in un canale tra due corsi d’acqua. Da metà ottobre a metà giugno, periodo in cui le temperature arrivano anche a -40 gradi e le strade rimangono isolate a causa delle neve, Pete vivrà con l’unica compagnia della sua canina, in una tenda di tela alla confluenza di due fiumi, il Selway e l’Indian Creek, nel bel mezzo del Parco Naturale del Selway Bitterroot. Dovrà imparare tutto, a cacciare, a mettere al riparo le provviste dal gelo e dagli animali, imparerà a sopravvivere al clima, alla wilderness, alla solitudine. Imparerà a superare i propri limiti e ad assaporare ogni attimo e ogni nuova esperienza, imparerà a confrontarsi con il significato profondo delle cose e con il rapporto tra civiltà e natura. Un romanzo di formazione, autobiografico, dove la natura fa da protagonista assoluta, senza sentimentalismi. Un racconto epidermico che ti entra addosso come il freddo delle montagne rocciose e ti porta a riposizionare le cose della vita. Prezioso.