Disse una volta lo scrittore Gianni Biondillo: “Il paesaggio italiano (anche quello umano) negli ultimi anni è cambiato tanto profondamente che gli scrittori hanno ‘ri-topografato’ l’Italia, a partire dal genere giallo. Sì, perché da Torino a Lampedusa ormai c’è chi indaga e chi lo fa in realtà indaga in primis la città”.
Lo diceva in occasione di un laboratorio di scrittura a cui avevo partecipato e lo diceva anche in merito al “suo” ispettore Michele Ferraro. Che la passione per il giallo nasca anche dalla passione per il proprio territorio, dall’urgenza di raccontarlo e, in qualche modo, riscoprirlo?
In fondo, i commissari, gli investigatori, i detective e gli ispettori che seguiamo sulla pagina battono le strade, varcano soglie, svelano angoli, diventano per noi guide turistiche della città, a modo loro certo.
Ci ho ripensato, e quella frase mi è tornata in mente, un paio di giorni fa. Perchè ero in biblioteca e, seminascosto accanto allo scaffale dei polizieschi & co, appiccicato alla parete bianca, c’era questo manifesto: la mappa dell’Italia “in giallo”.
Ovvero la “dislocazione geografica” di una manciata di scrittori che certe città e certi posti d’Italia ce li hanno fatti riscoprire proprio attraverso le loro storie, storie criminali, storie di indagini, storie di misteri. Mi sembrava divertente condividerla con voi e rilanciarvi una domanda: chi manca in questa mappa degli scrittori gialli italiani? Chi aggiungereste e dove?