225 Madison Avenue at 36th Street, New York.
C’è un angolo di Manhattan dove si corre indietro negli anni, visitando una manciata di edifici di epoche e stili diversi, il cui cuore è la biblioteca di un banchiere mecenate il cui nome è diventato un brand della finanza.
Conoscete la Morgan Library and Museum? Segnatevi questo nome, e questo indirizzo, se siete appassionati di viaggi letterari e a New York avrete voglia di scoprire anche chicche fuori dai soliti giri, come questo scrigno di arte e cultura.
Qui, a un paio di isolati dall’Empire State Building e non lontano neanche dal Chrysler e dalla New York Public Library, si entra e ci si può trasportare in un’altra epoca, immaginando di incontrare la buona società newyorchese di fine Ottocento e inizio Novecento, i nuovi magnati, i capitani di industria e i self-made men pronti a scardinare l’ordine costituito dell’high society tradizionale. E tra marmi e affreschi, che tradiscono l’ammirazione per il Vecchio Continente anche da parte del Nuovo mondo proiettato al progresso, si varca la soglia di una suggestiva biblioteca di legno scuro, al richiamo del profumo di vecchie pagine e cimeli. Ma bastano pochi passi per rientrare nella contemporaneità, grazie agli ampliamenti di design che portano la firma del nostro Renzo Piano.
Morgan Library & Museum, la storia
La storia della Morgan Library & Museum inizia con quella personale di Pierpont Morgan, magnate finanziario, banchiere, gran collezionista e appassionato di libri antichi, e rappresentante di quella parte di imprenditori mecenati grazie ai quali oggi noi possiamo varcare la soglia di luoghi come questo.
Intorno al 1890 Morgan iniziò a collezionare manoscritti, prime edizioni a stampa, disegni antichi. Il tesoro che andava via via formandosi trovò casa nella biblioteca che il finanziere fece costruire tra il 1902 ed il 1906 accanto alla sua residenza newyorchese tra Madison Avenue e la 36th Street. Una biblioteca che apparisse maestosa ma intima al tempo stesso. Racchiusa in un palazzo che l’architetto Charles McKim volle realizzare come un omaggio al Rinascimento italiano, evidentemente faro e mito per i magnati borghesi americani appassionati di cultura e affascinati dall’arte nostrana.
‘Inside the Bookman’s paradise’, recita un cartello affisso all’ingresso di una delle sue sale. E pur tenendo conto della tendenza molto americana di esaltare le cose ed abbondare nell’entusiasmo, bisogna riconoscere che, quando si varca la soglia della biblioteca vera e propria, con le sue boiserie, le sue librerie che salgono verso il soffitto, e i suoi tesori, i bibliofili appassionati si troveranno vicini a una certa idea di piccolo paradiso terrestre. ‘A paradise of the bookman’ l’aveva definito il New York Times nel 1908, un paio d’anni dopo che l’edificio fu in gran parte completato, anche se le decorazioni delle sue sale continuarono fino al 1913, anno di morte del fondatore. Nel 1924 fu il figlio J.P.Morgan a rendersi conto che la biblioteca del padre non poteva restare privata e la trasformò in un’istituzione pubblica aperta a studiosi e visitatori.
La collezione originale si è arricchita negli anni grazie a donazioni ed acquisizioni di rarità, manoscritti musicali e anche antichi libri per bambini. E nel corso dei decenni anche il palazzo originario ha cambiato volto e si è ampliato, in un sistema di edifici – tra cui quello ottocentesco in tipico brownstone americano dimora di J.P.Morgan e un giardino, e in anni recenti è arrivata anche una firma italiana, quella di Renzo Piano.
Il progetto dell’archistar nel 2006 ha armonizzato e integrato i tre edifici storici con padiglioni di vetro e acciaio, creando anche una corte centrale che li connette e dove incontrarsi, nello spirito di una piazza italiana. E proprio qui può capitare, visitando la Morgan Library and Museum un tardo venerdì pomeriggio – giorno in cui rimane aperta fino alle 19, mentre nel resto della settimana gli orari sono 10.30-17 – , di imbattersi nel concertino di un trio jazz. Very Newyorker.
Morgan Library & Museum, i tesori
Prima di entrare nella biblioteca il preludio è la Rotunda, la sala che mostra tutta l’ammirazione per l’arte rinascimentale italiana. Per decorare la cupola l’architetto si ispirò agli affreschi dipinti da Raffaello intorno al 1511 nella Stanza della Segnatura di Papa Giulio II in Vaticano, e alzando gli occhi e guardandosi intorno lo spirito rinascimentale riecheggia tra dipinti, fregi, colonne e marmi.
È la giusta preparazione per varcare la soglia della biblioteca vera e propria. Non siamo più nel cuore di Manhattan, ci troviamo nella biblioteca di un nobile europeo o di uno studioso rinascimentale. Intorno a noi pareti interamente rivestite da librerie in scuro legno di noce, tre piani con balaustre e balconate, un camino in marmo istriano, arazzi fiamminghi e poi, di nuovo, alzando lo sguardo al soffitto, lunette, fregi, affreschi e decorazioni dove si affollano muse e segni zodiacali, personificazioni di discipline come arte e astronomia e illustri personaggi della classicità, del Medievo e del Rinascimento, da Erodoto a Dante, da Botticelli a Socrate.
Dai papiri dell’Antico Egitto ai dipinti rinascimentali, dagli antichi manoscritti alle porcellane cinesi, questa wunderkammer raccoglie centinaia e migliaia di oggetti e volumi, ognuno dei quali potrebbe raccontare una storia. Una su tutte, quella dell’Ulisse di James Joyce, che fu pubblicato per la prima volta nel 2022 dall’intrepida Sylvia Beach, libraia della mitica libreria Shakespeare and Company di Parigi.
Per vendere la prima edizione del capolavoro dello scrittore irlandese fu lanciato un vero e proprio pre-ordine e tra i primi sotto scrittori ci fu anche J.P.Morgan, deciso ad aggiudicarsi una copia, che oggi è custodita qui, e che abbiamo avuto la grande fortuna di vedere – insieme a una strabiliante collezione di cimeli e memorabilia che raccontano la vita di James Joyce, esposti in occasione delle celebrazioni per i cento anni della sua pubblicazione.
Altre chicche? Il diario di Henry David Thoreau, risalente agli anni tra il 1837 e il 1861, che gli ispirò la scrittura di Walden, e la Bibbia di Gutenberg .
Curiosità, tesori dell’arte e volumi rari sono certamente il cuore prezioso di questo luogo, ma troverete anche tanti altri motivi per cui visitare la Morgan Library and Museum a New York, che vi piacerà:
—> Se siete curiosi bibliofili e amanti dei luoghi dove i libri si respirano
—> Se vi piacciono le dimore storiche con una storia da raccontare
—> Se vi piacciono le storie di imprenditoria e mecenatismo made in Usa che hanno fatto l’America – e New York
—> Se siete a Manhattan e dopo la vertigine dei grattacieli cercate una chicca capace di riportarvi indietro nel tempo – e un po’ anche nello spazio.
Abbiamo accennato alla New York Public Library, tra le icone Di Manhattan, immortalata in film e serie tv e tempio librario e culturale della città. L’ho raccontata qui —> https://chelibromiporto.com/visitare-la-new-york-public-library-tour-e-consigli/
E visto che si può iniziare a viaggiare anche prima di salire su un aereo, se cercate consigli di lettura su romanzi ambientati a New York li trovate qui! —>