E’ bello prepararsi a un viaggio leggendo ma è altrettanto bello portarlo a casa con noi scrivendo. Oggi è questo che desidero condividere con voi. Perché sono sicura che tanti, tra di voi, sentono l’esigenza di mettere nero su bianco l’esperienza vissuta, per raccontarla agli altri ma anche per fissarla intimamente meglio per sè. Scrivere il nostro viaggio ci permette di viverlo più intensamente. Perché ci fa fermare e riflettere, perché l’esperienza che abbiamo vissuto merita di più di un post frettoloso o di una carrellata di foto sui social.
E se pensassimo addirittura di scrivere “al” nostro viaggio?
Non un pensiero qualunque, ma una vera lettera. Per essere precisi, una lettera di gratitudine. Una lettera per dire grazie a qualcuno, ma non solo.
Ne avete mai sentito parlare? Io ho scoperto la lettera di gratitudine grazie ad Assunta Corbo, mia amica e collega giornalista, ma soprattutto grande appassionata e studiosa del potere della gratitudine come stato dell’essere che consente di riconoscere la propria felicità. Attraverso i suoi workshop, i corsi online e il soggiorno esperienziale Great-Attitude, Assunta accompagna le persone a scoprire il potere della gratitudine e a portarla nella propria quotidianità in modo concreto ed efficace. É autrice del libro “Dire, Fare…Ringraziare” e la potete trovare anche sul suo blog That’s Good News
Allora, ancora prima di scoprire come ringraziare il nostro viaggio con le parole, conosciamo più da vicino cosa vuol dire scrivere una lettera di gratitudine. Ce lo racconta proprio Assunta.
“La lettera di gratitudine è uno strumento molto efficace per alimentare lo stato di benessere di chi scrive, più ancora di chi riceve. Da quattro anni studio il potere della gratitudine sul nostro corpo e sulla nostra mente e la lettera è stata un incontro folgorante sin dall’inizio di questo mio viaggio di scoperta. L’ho scoperta documentandomi su come poter allenare e vivere la gratitudine nella nostra quotidianità. Quella verso le persone che fanno parte della nostra vita è la gratitudine più travolgente. La lettera è quindi il veicolo perfetto. E’ il dedicarsi a una persona o un luogo o un evento e metterci il cuore. E’ un atto di amore e di rispetto“.
Chi ne ha parlato per primo?
“Sono molti i ricercatori e gli psicologi americani che hanno studiato questo strumento. In particolare Martin Seligman, autore tra i più illustri di psicologia positiva, ha evidenziato che gli effetti benefici su chi scrive e condivide la lettera di gratitudine durano circa un mese. E si tratta di effetti tangibili: un sistema immunitario più forte, meno attitudine alla depressione, una pressione sanguigna sotto controllo, più entusiasmo, più benessere e gioia“.
Ricevere una lettera di gratitudine fa sicuramente bene. Ma fa bene anche a chi la scrive? E come?
“Fa bene soprattutto a chi scrive. La lettera di gratitudine è potente nell’atto stesso dello scrivere. E’ la scrittura terapeutica per eccellenza perché, nel momento in cui scrivi, il tuo cervello rielabora le tue percezioni e amplifica il loro valore. Una lettera positiva, quindi, determina più gioia. Chi la riceve proverà la gioia della gratitudine ma l’intensità è inferiore a chi scrive. Di certo chi la riceve – ed è stato dimostrato scientificamente – sarà portato a scriverla a sua volta“.
Come si scrive una lettera di gratitudine?
“Deve essere una lettera molto semplice, efficace che va dritto al punto. La formula migliore è “Caro… ti sono grato per…” E’ importante indicare esattamente i motivi che hanno determinato lo stato di gratitudine e le sensazioni che si sono provate. Più è sintetica ed emozionata più è efficace“.
Scriviamo al nostro viaggio: ecco come
Vi piace l’idea? Ecco perché ho pensato che scriverla può diventare un’abitudine che ci permette di vivere con più pienezza i nostri viaggi.
Siamo tornati a casa, abbiamo con noi un bagaglio di esperienze vissute in viaggio e vogliamo che restino il più a lungo possibile con noi. Anzi, vogliamo che diventino parte della nostra vita quotidiana. Siamo pronti a scrivere la nostra lettera di gratitudine!
Come farlo? Proviamo a lasciare da parte tastiera e pc, e riprendiamo in mano carta e penna: in fondo, era così che spedivamo le nostre lettere fino a non molto tempo fa vero? (alzi la mano chi di voi aveva un amico di penna e, come me, si divertiva a trovare le carte da lettera più belle!).
Ora abbiamo un foglio davanti a noi, che aspetta di essere riempito di pensieri. A chi possiamo scrivere una lettera di gratitudine? A una persona, naturalmente, e anche a più di una. Possiamo scrivere ai nostri compagni di viaggio, a chi abbiamo incontrato sul nostro cammino, a chi ci ha fatto scoprire qualcosa e a chi ha condiviso con noi qualche frammento di esperienza. Possiamo farlo per dire loro quanto siamo stati bene in compagnia, o magari no, ci sono stati degli attriti, ma anche quelli possono esserci serviti a conoscerci meglio. Possiamo raccontare a queste persone le sensazioni – piacevoli, scomode, inattese – che abbiamo provato in viaggio e cosa cercheremo di portare con noi. O semplicemente possiamo dire grazie perché ci hanno fatto scoprire qualcosa che non conoscevamo.
E dopo averla scritta? Bastano un indirizzo e un francobollo. Sì, perché la bellezza di scrivere una lettera di gratitudine sta nel trovare la voglia (e molto spesso anche il coraggio) di spedirla davvero, vincendo le nostre timidezze.
E se non ce la facciamo? Teniamola nel cassetto, e aspettiamo il momento giusto.
E poi, possiamo scrivere anche a un luogo per ringraziarlo, a una scoperta che ci ha colpito, a una sensazione, a una esperienza. Sarà una condivisione forse più immaginaria, ma credo che ci potrà fare bene, perché ci spingerà a soffermarci, a concentrarci su quello che abbiamo vissuto e sperimentato, sulle sensazioni che ci ha lasciato. E potremo conservarla con noi, insieme alle fotografie o, perché no, tra le pagine del libro che ci siamo portati in viaggio. Parole da leggere e parole da scrivere, non vi sembra una bella unione?