«Di Berlino mi sono innamorato ancora prima di andarci. Bastarono poche righe di Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin a folgorarmi. A mano a mano che procede nella lettura di quel Meisterwerk insieme epico ed espressionista, chiedendomi che cosa avrei trovato della metropoli in cui nel 1929 vagava disperato ma irriducibile Franz biberkopf detto il Cobra, appena uscito dal Penitenziario di Tegel e terrorizzato all’idea di essere nuovamente libero, tanto da doversi costringere a salire sul tram, decisi che dovevo assolutamente andare a Berlino»
Comincia così l’intro di “Berlino è casa” di Giuseppe Culicchia (Editori Laterza, 2022), scrittore saggista e traduttore, che ha esordito nel 1994 con il romanzo “Tutti giù per terra” e per Laterza ha già pubblicato “Torino è casa mia” e Torino è casa nostra” e che sulla scia di queste guide ispirazionali dedicate alla sua città, ne ha scritta una per quella che, come si svela già da questo inizio così appassionato, è una sua città del cuore.
E quindi leggendo questo incipit ho capito subito che questo libro mi sarebbe piaciuto perché in fondo anch’io mi sono innamorata di Berlino ancora prima di andarci, o meglio Berlino mi ha incuriosita ancora prima di metterci piede – la mia prima volta fu nel 2000 – e perché Berlino era sempre stata una città misteriosa, una città così lontana eppure così vicina, nel nostro immaginario. Era stata la città dei ruggenti anni Venti descritti da Christopher Isherwood e dal musical Cabaret, era stata la città martoriata e cuore di tenebra della Seconda Guerra Mondiale, era stata la città divisa, era stata una città che non aveva eguali.
Ed è curioso pensare come ad esercitare questa attrazione ancora prima di essere vista sia la capitale tedesca, perché proprio in tedesco esiste questa parola, Fernweh, che è composta da Weh che significa dolore e Fern che vuol dire lontano, e si potrebbe quindi tradurre più o meno come nostalgia dell’altrove, quindi una nostalgia non di qualcosa che si è già vissuto, che si è già visto ma di qualcosa di altro, di lontano dalla nostra quotidianità, quindi magari anche di qualcosa che ancora non si conosce Ecco Berlino effettivamente può rappresentare questa affermazione.
E Berlino è anche una città estremamente letteraria, sia nei luoghi e nelle attrazioni che svela ai visitatori, sia perché può essere davvero vissuta e raccontata come un libro aperto, a cominciare da quelli che sono diventati ormai grandi classici della letteratura per immergersi nelle atmosfere berlinesi. Da Berlin Alexanderplatz a In fondo al viale del sole, alle spy-story ambientate durante la Guerra Fredda, ne ho parlato nella mia guida Luoghi e Libri (Qui potete leggere un estratto del capitolo dedicato a Berlino e qui, se vi è piaciuto e avete voglia di diventare turisti letterari, potete acquistare il libro e vi ringrazio! ) .
Ma oltre a questi capisaldi già noti da tanto anche ai lettori italiani ci sono tanti romanzi che diverse case editrici italiane, anche medio piccole e soprattutto specializzate in letteratura della Mitteleuropa, stanno riscoprendo, di cui vi parlerò nei prossimi post per continuare a raccontare le tante sfaccettature letterarie che possono servire come guide emozionali alla città di Berlino.
Come quella di oggi, che non è un romanzo e a cui è difficile dare un’unica definizione: è una guida letteraria, ma anche un racconto autobiografico perché Culicchia tra le pieghe della grande Storia e le strade della città racconta anche la sua, di Berlino. Molto curata e dettagliata sia a livello geografico che storico è davvero un’immersione totale nella città.
Intanto, perché questo titolo?
Perché i tredici capitoli – ai quali va aggiunta l’introduzione e poi il primo che rappresenta quasi un manifesto d’amore dell’autore per la città – hanno ciascuno il nome di un ambiente casalingo. Dall’ingresso al corridoio, dalla cucina alla camera degli ospiti fino a bagno, ripostiglio, cantina, solaio o studio. Ecco Berlino è raccontata come se fosse una grande casa e ogni capitolo è dedicato a una sua caratteristica o peculiarità.
«Adoro Berlino anche se non ci sono nato e malgrado non mi ci sia trasferito come tanti in pianta più o meno stabile. Adoro Berlino perché Berlino è il cuore dell’Europa, perché Berlino è una capitale che reca sudi sé le cicatrici del Novecento, perché Berlino è una città di fantasmi eppure giovanissima proiettata verso il futuro, perché Berlino è un luogo che di continuo sa trasmettere emozioni, perché Berlino è una sopravvissuta perfino a se stessa».
Scrive Giuseppe Culicchia. E ancora.
«La mia prima volta a Berlino fu gennaio, un inverno gelido come usa da quelle parti era il 1996, sette anni dalla caduta del Muro e arrivando dall’aeroporto di Tegel a Mitte, il cuore di quella che fino all’89 era la Berlino est che avevo studiato sui libri di storia, rimasi incantato ammirando la Alexanderplatz tutta ghiacciata che vista dai finestrini della S-Bahn brillava bianchissima come una smisurata meravigliosa pista di pattinaggio. al centro della piazza svettava la Fernsehturm, la torre della TV simbolo della città».
Così il primo capitolo non può che iniziare dall’ingresso a Berlino, tra il racconto del vecchio e storico aeroporto di Tempelhof alla nuova e contemporanea Hauptbahnhof, la stazione centrale. E viene citato anche Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders. Ci sono tante citazioni, letterarie ma anche musicali, si parla per esempio anche di David Bowie dei suoi anni berlinesi.
Le immagini dei vari ambienti casalinghi e anche la descrizione di attrazioni di Berlino poi da anche il pretesto per raccontarne la storia, tanti frammenti che vanno a comporre questo complesso ma super affascinante mosaico che è la città.
Di corridoio si parla per esempio sia per descrivere la striscia della morte all’Ombra del Muro sia invece per quel corridoio super commerciale che la Ku’damm, la strada lunga tre chilometri e mezzo che attraversa Charlottenburg e wilmersdorf. Il soggiorno è rappresentato dall’elegante Sauvigny Platz del cuore della Berlino Ovest ma anche dalla spiaggia urbana tra il Moon bijoux Park e la Museuminsel.
Tanti gli indirizzi da segnarsi. Dal numero 23 della Fasanenstrasse, dove tra il verde di un giardino alberato ha sede Literaturhouse, che in origine era la villa di un capitano della Marina poi divenne un ostello per studenti e poi ancora un locale da ballo e un bordello, e oggi ospita reading ed eventi culturali. E ancora la Staasbibliotek, la biblioteca di Stato di Berlino, che i berlinesi chiamano Stabi o Sbb, che in realtà ha due sedi, all’est e all’ovest, custodisce tesori come la partitura originale della nona sinfonia di Beethoven e che figura anche nel film di Wenders.
Il capitolo sullo studio regala anche diversi indirizzi utili per andare a trovare un caffè che faccia al caso nostro o per inseguire le tracce di quelli che non ci sono più, come il Cafè des Westens, che aperto del 1893 divenne presso un ritrovo per pittori e scrittori o il Romaniches Cafè fu distrutto dai bombardamenti alleati nel 1943.
Tanti indirizzi da mettere in valigia, tenendo però bene in mente un fatto imprescindibile: come scrive lo stesso Culicchia: «Ecco qual è il problema di Berlino, il fatto che cambi in continuazione non di rado non fai in tempo ad affezionarti a un posto che quello chiude o trasloca e viene sostituito da qualcos’altro. Questo Peraltro è anche indice della grandissima vitalità della capitale tedesca che va presa per quello che è, e stop»
A chi consiglio la lettura di Berlino è casa?
✅ Sicuramente a chi come me e l’autore ama Berlino, c’è già stato e vuole riviverla pagina dopo pagina ritrovando i luoghi amati come fossero vecchi amici e magari scoprendone di nuovi.
✅ Consiglio la lettura di questo libro anche a chi a Berlino ancora non c’è mai stato, perché, come amo spesso suggerire, per prepararsi al meglio a un viaggio è bene affiancare alle guide tradizionali, di carta, web o social, anche guide più emozionali e di ispirazione per entrare in sintonia con la città.
E questo per Berlino diventa forse ancora più utile perché, a differenza di altre grandi capitali, non ti accoglie subito con una sfacciata bellezza come Parigi ed è probabile anche che non ti conquisti subito con la girandola di luci suoni colori che può avere magari New York, ma da città che va percorsa e scoperta piano piano, proprio come se si aprissero tante porte di tante camere diverse.
✅ Lo consiglio naturalmente anche a chi si sta preparando per un viaggio a Berlino e troverà in questa guida consigli, chicche e curiosità d’autore.
Pagina dopo pagina si percepisce la curiosità la fascinazione e dopo aver finito il libro Berlino diventa anche un po’ nostra, se già non lo era. E l’autore la ringrazia anche perché gli ha ispirato anche un romanzo intitolato Il cuore e la tenebra.