Pronti a partire di nuovo? Oggi vi porto in Perù in compagnia di un suo scrittore simbolo. anche se per me non è stato amore a prima vista (con lo scrittore, con il paese invece sì!)
La prima volta che ho letto un libro di Mario Vargas Llosa ero su un aereo, che mi stava portando proprio verso il suo Paese. Era l’inizio del mio viaggio di nozze, tre settimane in giro tra Perù, Ecuador e Galapagos, e da brava turista letteraria mi ero premunita di portarmi qualcosa da leggere che mi facesse già respirare l’aria peruana. E chi meglio dello scrittore premio Nobel? Peccato, però, qualcosa non era scattato. Avevo preso con me Le avventure della ragazza cattiva, ma quella storia proprio faticavo a digerirla. Avevo comunque deciso di andare fino in fondo con la lettura, perché allora ero ancora fermamente convinta che i libri, comunque, andavano letti fino all’ultima pagina, anche se strada facendo si scopriva che proprio il colpo di fulmine non scattava (oggi invece ho cambiato idea, e ho deciso che non c’è nulla di male ad abbandonare un libro a metà, se la scintilla non scatta, anche con i grandi classici, e mi sento meno in colpa, e voi?).
Dunque, tornando alla niña mala di Vargas Llosa, no, proprio non riusciva ad appassionarmi. Il mio Sudamerica letterario erano Gabriel Garcia Marquez e Isabel Allende e i mondi che mi mettevano davanti nelle loro pagine. Vargas Llosa una parentesi chiusa. Per diversi anni.
Poi però è successo che, l’anno scorso, sono andata ad ascoltarlo al Festival della Letteratura di Mantova, dove aveva appena annunciato la prossima uscita del suo nuovo libro, Cinco Esquinas in spagnolo. E poi quel libro, un paio di mesi fa, mi è casualmente capitato tra le mani. Così ho deciso di leggerlo.
Ecco, se quel libro Vargas Llosa l’avesse scritto prima del mio viaggio in Perù, forse me lo sarei davvero portato come piccola guida letteraria in giro per Lima. Perché, fianco a fianco con la storia, anzi, le storie raccontate, è lei la protagonista, Lima, la capitale del Perù, con la sua garua, la tipica nebbiolina invernale che aleggia sulla città, e le sue contraddizioni.
Intanto, il titolo: Cinco esquinas (letteralmente cinque angoli, cinque incroci, è proprio il nome di un crocicchio di strade nel cuore del quartiere popolare di Barrios Altos: il titolo italiano è stato cambiato in Crocevia (Einaudi), che rende bene anche l’intrecciarsi dei personaggi e delle storie.
“Impiegava circa un’ora per arrivare al crocicchio labirintico di Cinco Esquinas, nel cuore dei Barrios Altos. Quando Juan era giovane, quel quartiere era pieno di penas criollas e vi abitavano molti bohemien, artisti, musicisti, e persino i blanquitos di Miraflores e San Isidro che amavano la musica criolla venivano ad ascoltare i migliori cantanti, chitarristi e cajoneadores e a ballare con i cholos e i neri”
“….lo spiritista di Piura che riceveva i clienti soltanto di notte, durante le ore più propizie per dialogare con le anime dei defunti, il farmacista che occupava la casetta nella quale, si diceva, era nato Felipe Pinglo, il grande compositore di valses; la Quinta Heeren che, a quanto pareva, nel XIX racchiudeva le abitazioni più eleganti di Lima e che adesso era un ammasso di rovine in balia di avvoltoi, pipistrelli, drogati e delinquenti.
Le storie, appunto. Quali sono? Non mi piace raccontare i libri, scriverne i riassunti e tanto meno le recensioni! Non sono una critica letteraria e in tanti lo sanno fare meglio di me, quello che mi piace è fissare qui su carta digitale le sensazioni che la lettura mi lascia.
Però sappiate questo: vi troverete nel (difficile) Perù degli anni ’90. Negli anni del terrorismo di Sendero Luminoso e di Tupac Amaru, ma anche del regime sempre più autoritario e dittatoriale del presidente Fujimori. Un ambiente che Vargas Llosa conosce bene: lo scrittore, oggi 81 anni, nel 1990 si era candidato proprio contro Fujimori nelle elezioni generali.
C’è una doppia coppia di amici benestanti, un giornalista senza scrupoli, la sua rivista scandalistica e la sua redattrice preferita che vi regalerà un colpo di scena, e poi c’è un vecchio artista dimenticato, simbolo di una Lima che non esiste forse più. Da questi personaggi si dipaneranno le storie del crocevia che naturalmente lascio a voi scoprire se avrete voglia di leggere di libro!
Perchè leggerlo?
- Perchè Lima è protagonista, anche se quella degli anni ’90. La Lima dei quartieri bene come Miraflores e San Isidro, la Lima popolare in bilico con la legalità dei Barrios Altos (e di quel famoso cinco esquinas dei titolo originale), la Lima del porto al Callao e quella coloniale. Se avete voglia di qualcosa da leggere prima di un viaggio in Perù, potrebbe incuriosirvi
- Perché, se leggendo le citazioni di prima avete decifrato poco e niente, persi tra le parole peruviane, non vi allarmate: alla fine del romanzo un bel glossario ve le spiegherà una ad una, e chissà che non vi possano tornare utili anche in giro per Lima!
- Perché se cercate uno spunto per approfondire anche la storia del Perù, e una delle pagine più recenti del suo passato, questo libro ve lo darà. E, come accade quando leggiamo un romanzo che si lascia ispirare da fatti reali, ma non ci dice fino a che punto arriva la fiction, vi verrà voglia di scoprire la vera verità e quindi di andare a curiosare su come sono andate le cose. E anche questo è viaggiare per conoscere un Paese vero?
Io anche l’ho letto, bellissimo!
Grazie Carla per il commento e per essere passata di qui! Anche a me è piaciuto, soprattutto ho trovato una lettura accattivante che mi spingeva a proseguire, cosa che con gli altri suoi libri non era accaduto subito. Ma si dice che molto spesso ci vuole il momento giusto (e il luogo giusto anche!) per leggere i libri, e chissà magari quello giusto per apprezzare Vargas Llosa è arrivato ora! E poi davvero mi ha colpito molto l’importanza data a Lima e alla sua atmosfera, alle sue strade e alla varia umanità che la popola
Io non avevo letto niente di Vargas Llosa e questo mi è piaciuto davvero tanto!