Viaggio in Italia, quando le guide sono i grandi scrittori (e non solo Goethe)

viaggio in Italia guide d'autore

Cosa vi viene in mente se vi dico Viaggio in Italia?

Sì, molto probabilmente come guida d’autore proprio Goethe, e la sua opera che, pubblicata in due volumi tra 1816 e 1817, raccoglie i celebri resoconti del Grand Tour che il grande scrittore tedesco compì nel nostro Paese tra il settembre del 1786 e il giugno del 1788.

Ma, seppur forse il più famoso, quello di Goethe non è sicuramente l’unico ‘reportage’ di viaggio d’autore dedicato all’Italia. Nel corso dei secoli tanti scrittori hanno percorso in lungo e in largo il Belpaese si sono cimentati in veri e propri racconti di viaggio e reportage sull’Italia, sono diventati guide di viaggio d’autore!

Viaggiatori spesso molto diversi tra loro. Viaggiatori ottocenteschi stimolati dal Grand Tour, scrittori di inizio Novecento, ricercatori del pittoresco, storici curiosi, ci hanno regalato tante pagine, tanti affreschi d’Italia, dalle atmosfere vintage a quelle che ripercorrono il Ventesimo secolo, fino ad arrivare ai più contemporanei. Sono numerosi i libri che potremmo raccogliere in questa ideale biblioteca di viaggi d’autore in Italia.

Se siete curiosi di scoprire come si viaggiava un tempo in Italia e come la vedevano questi celebri scrittori, questa guida – certamente non esaustiva ma ben rappresentativa – è per voi!

Con alcune ‘chicche’ in più: come amo raccontare, spesso i luoghi che ospitano le storie diventano altrettanto protagonisti, e se la penna che li descrive è d’autore, i romanzi diventano vere e proprie guide sentimentali. Così a seguire troverete anche diverse segnalazioni di romanzi ambientati in Italia, accompagnati da qualche curiosità anche turistica. Buona lettura!

L’Italia di Ernest Hemingway

Cominciamo proprio da un romanzo ‘italiano’ di un grande scrittore americano. Non scrisse reportage di viaggio sull’Italia in senso stretto, ma si può dire che le sue pagine ‘ambientate’ nel nostro Paese ci possono ben fare da guida emozionale: parliamo di Ernest Hemingway, e del suo Addio alle armi, ispirato alla propria esperienza personale sul fronte italiano durante la Prima Guerra Mondiale.

A Farewell to Arms, pubblicato negli Stati Uniti nel 1929 – ma per l’edizione italiana si dovrà attendere la fine del secondo conflitto mondiale – ci ha regalato per sempre un affresco di Milano – e non solo – nel 1918, attraverso la storia d’amore tra il soldato americano Frederick e la crocerossina Catherine. E ancora oggi tra i luoghi milanesi immortalati nel romanzo, una targa in via Armorari ricorda che lì sorgeva l’ospedale della Croce rossa americana dove fu curato un giovane Hemingway ferito durante la guerra.

Ma lo scrittore americano viaggiò a lungo anche altrove in Italia, in particolare in Friuli Venezia Giulia, dove nel 1954 definì ‘Florida d’Italia’ la nascente località turistica di Lignano Sabbiadoro – che riconoscente gli ha dedicato un parco – e si addentrava tra canneti, pinete selvagge e isolotti andando a caccia d’anatre selvatiche lungo il Tagliamento. E ne scrisse, in Di là dal fiume e tra gli alberi, romanzo friulano, legato anche a una storia con la giovane Adriana Ivancic.

La Bologna di John Grisham

Com’è Bologna vista da un maestro del legal thriller? C’è un romanzo per scoprirlo, si chiama Il broker e a scriverlo è stato John Grisham. Il celebre autore di best seller, per il suo protagonista Joel Backman “in fuga”, ha scelto proprio la città italiana e qui si è anche fermato per un po’ di tempo in cerca di ispirazione, passeggiando per il quartiere universitario, osservando la gente, cercando libri e fotografie... Tra le pagine si riconoscono San Petronio, la fontana del Nettuno, la Torre degli Asinelli e il Santuario di San Luca.

Firenze ‘dalle finestre’

Nel viaggio attraverso l’Italia raccontata dai grandi scrittori non può naturalmente mancare Firenze. Si può perdere il conto di quante volte sia stata immortalata tra le pagine. Pensiamo ad esempio a Camera con vista, il romanzo di E.M. Foster (A room with a view, prima edizione originale 1908), che racconta il soggiorno fiorentino della giovane inglese Lucy, del suo incontro con George Emerson, della pensione Bartolini e di gite sulle colline di Fiesole.

Ma tornando indietro nel tempo possiamo ritrovare una storia interessante e forse poco conosciuta sempre legata all’amore degli inglesi per la città toscana, quella di Elizabeth Barrett e di Robert Browning. I due poeti si sposarono nel 1846 in segreto, a causa dell’opposizione del padre di lei, e decisero di trasferirsi a Firenze prendendo in affitto un appartamento ribattezzato poi Casa Guidi: oggi è diventato un piccolo museo in onore della coppia. Casa Guidi (piazza San Felice 8). Elizabeth e Robert rimasero a Firenze per quattordici anni, circondandosi degli altri connazionali inglesi a quell’epoca numerosi, e lasciandosi ispirare dalla città e dalla Toscana. E In pieno Risorgimento Elizabeth si appassionò alla causa della lotta italiana per l’indipendenza e le dedicò il poema Casa Guidi Windows. Morì nel 1861, ma il legame con Firenze non si spezzò, anzi: la poetessa riposa ancora qui, nel Cimitero degli Inglesi.

Stendhal a Milano

Stendhal ne era sicuro: il saper vivere era a Milano . Lo scrittore de Il rosso e il nero e La Certosa di Parma lo scrisse nel 1817 anche in Roma, Napoli e Firenze, la prima opera in cui Marie-Henri Beyle, nato a Grenoble nel 1783, si firmò con lo pseudonimo con cui lo conosciamo. Stendhal arrivò due volte in città. La prima al seguito delle truppe napoleoniche nel 1800, la seconda nel 1814, quando la elesse a sua residenza principale fino al 1821.

Erano almeno tre le bellezze meneghine per Stendhal: quella dei palazzi, quella dell’arte e della musica e quella femminile. Oggi la sua eredità è raccolta dalla Biblioteca Sormani, la biblioteca centrale di Milano, che  ospita il Centro Stendhaliano, con due importanti raccolte, il Fondo Stendhaliano Bucci e la Raccolta Stendhaliana Pincherle

itinerari letterari a Milano

Venezia d’autore

John Ruskin, scrittore, pittore e critico d’arte era molto legato alla città e le dedicò Le pietre di Venezia (Rizzoli, 1987, prima edizione 1853), un trattato dettagliato sulla sua architettura ma anche sulla sua unicità.

Venezia Cees Noteboom

Se cercate invece un vero libro-guida sentimentale su Venezia vista da un sguardo d’autore straniero contemporaneo, non posso che consigliarvi “Venezia, Il leone, la città e l’acqua”, di Cees Noteboom, pubblicato da Iperborea. In questo libro lo scrittore olandese raccoglie ricordi, aneddoti, sensazioni, luoghi e incontri dei suoi tanti viaggi e soggiorni veneziani, di grande atmosfera e grande ispirazione.

Trieste con Jan Morris

Jan Morris, scomparsa nel 2020 all’età di 94 anni, è stata giornalista – la prima, nel ‘53, a dare la notizia della prima scalata all’Everest – , storica, scrittrice e viaggiatrice. Tra i luoghi italiani che ha amato c’è Trieste, città di confine e quasi non luogo, dove ognuno può vivere senza costrizioni, così come la voluta ritrarre in Trieste. O del nessun luogo, in cui partendo dal suo primo incontro con la città, nel ‘40, la racconta, attraverso ricordi autobiografici, storia, ispirazioni letterarie, in primis quelle legate a James Joyce.

Genova secondo Mark Twain

Genova la superba. Un appellativo appropriato, Mark Twain (Minerva Edizioni, 2016): interessante scoprire come lo scrittore americano vide Genova durante il suo viaggio del Vecchio Continente. Lo scritto è infatti tratto da Gli innocenti all’estero (prima edizione 1869), resoconto del viaggio in Europa.

Il viaggio in Italia di Edith Warthon

Edith Warthon, prima donna a vincere il premio Pulitzer per il romanzo L’età dell’innocenza nel 1921, all’inizio del Novecento viaggiò diverse volte in Italia nell’arco di più di un decennio, scrivendone per riviste americane. I suoi resoconti furono poi raccolti in questo libro, Italian Backgrounds, pubblicato per la prima volta nel 1905, in cui la scrittrice, oltre a dedicare un capitolo alla ‘pittoresca Milano’, si dedica in verità a scoprire l’Italia più sconosciuta, gli angoli nascosti, le piccole località. Lo trovate pubblicato in italiano da Aragno Editore, con il titolo Scenari italiani.

Edith Warthon Scenari italiani

Il Salento reale e immaginato

Da non dimenticare poi le suggestioni fiction de Il castello di Otranto, di Horace Walpole, comunemente definito come il capostipite del romanzo gotico inglese, pubblicato per la prima volta nel Regno Unito nel 1764.

Salentina è anche Kurumuny, casa editrice basata a Calimera, nel cuore della Grecìa salentina (il suo nome deriva dal germoglio d’ulivo in griko): con la collana Cultural Tour ha voluto dare voce a una serie di “ospiti illustri” che hanno visitato la Puglia in passato, pubblicando piccoli reportage, racconti e volumetti di viaggiatori e scrittori che l’hanno percorsa e raccontata, da Pier Paolo Pasolini a Italo Calvino, da George Berkeley a Henry Swinburne.

La Sardegna di David Herbert Lawrence

Non aveva ancora pubblicato quello che sarebbe diventato il suo romanzo più famoso e chiacchierato, L’amante di Lady Chatterley, quando nel 1921 David Herbert Lawrence sbarcò in Sardegna con l’intento di soggiornarvi per un po’. In realtà si fermò solo poco meno di una decina di giorni, ma la sua penna riuscì comunque a fermare sulla carta le sue impressioni di viaggio, tanto che divennero un libro, Sea and Sardinia (Mare e Sardegna) (Ilisso 2013, prima edizione 1921)

La casa di Goethe

E per chiudere questa carrellata desideravo tornare al Viaggio in Italia più celebre, per raccontarvi dove andare a riscoprirlo .

Johann Wolfgang Goethe visse a Roma due anni, dal 1786 al 1788, insieme all’amico pittore Johann Heinrich Wilhelm Tischbein. Per ritrovare le suggestioni del suo Viaggio in Italia dovete fare rotta su via del Corso 18. Qui si conservano lettere, libri e disegni, in una mostra permanente che racconta il poeta in Italia e un angolo di cultura tedesca nel nostro Paese, tra biblioteca ed eventi come letture, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, musica. E non perdetevi uno dei tesori in mostra, il ritratto di Goethe che Andy Warhol realizzò nel 1982, ispirandosi a quella che è forse l’immagine più famosa del poeta, il dipinto dello stesso Tischbein Goethe nella Campagna di Roma. Troverete anche una copia di quest’ultimo, esposta nella sala dove più di duecento anni fa fu dipinto l’originale – l’atelier di Tischbein.

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Mariangela Traficante

Benvenuti! Se volete diventare turisti letterari e vi piacciono anche i libri di viaggio, eccomi qui. Sono Mariangela, giornalista e blogger, e abbiamo una passione in comune: viaggiare con un libro in mano, ma non solo! Vi racconto di luoghi di libri e di scrittori. Provo a consigliarvi cosa leggere prima di partire, e a lasciarvi ispirare da un libro di viaggio, da un racconto e, perché no, anche a scrivere il vostro!

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